Bossi si è dimesso: ‘Chi sbaglia paga’. Caos a via Bellerio, Maroni contestato

Fino al congresso ‘triumvirato’ Maroni-Calderoli-Dal Lago. Stefani il nuovo tesoriere. ‘Da casse partito soldi a Senatur e famiglia’. Intercettazioni, spunta Calderoli
06 aprile, 00:10

Quello che nessun leghista si sarebbe mai atteso è avvenuto: Bossi, l’uomo del fortunato slogan “mai mulà” ha mollato e si è dimesso da segretario della sua creatura oggi pomeriggio, in via Bellerio, davanti al Consiglio Federale. Ha lasciato affidando la guida della ‘sua’ Lega ma “fino al congresso in autunno” ad un triumvirato composto da Roberto Maroni, indicato da settimane come l’uomo che ha dato il via alla battaglia contro il cosiddetto Cerchio magico, da Roberto Calderoli e dalla veneta Manuela Dal Lago.

Ma è stato Roberto Maroni a raccontare il momento di commozione e l’abbraccio finale con Umberto. “C’é stata grande commozione – ha spiegato con la voce tremante – quando Umberto ci ha detto che la sua decisione era irrevocabile. Gli abbiamo chiesto di non farlo ma ha tenuto il punto. Io gli ho detto che se in ottobre si presenterà candidato segretario lo sostengo”. In serata è lo stesso Bossi ad ammettere le lacrime: “ho pianto, ma poi ho smesso perché piangevano tutti” dice negando di credere in tradimenti di Maroni e assicurando che comunque non sparirà dalla scena politica: “Io non avevo nessuna voglia di star lì perché è giusto che ci sia mano libera per lavorare. Io ero solo d’intralcio, era inutile per me restare. Ma questo – assicura – non è un addio al partito. Resterò anche se solo come simpatizzante”.

Leggi tutto

Napolitano e Monti denunciati per attentato contro l’integrità e l’indipendenza dello Stato (e altri 7 reati)

La notizia è di quelle che fanno saltare sulla sedia. Un avvocato di Cagliari, Paola Musu, ha sporto formaledenuncia nei confronti di Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, tutti i ministri e tutti i membri del parlamento. 

I reati ravvisabili, come si legge nel documento protocollato e presentato presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Cagliari, sono:

– attentato contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato;

– associazioni sovversive; 

– attentato contro la Costituzione dello Stato;

– usurpazione di potere politico;

– attentato contro gli organi costituzionali;

– attentato contro i diritti politici del cittadino;

– cospirazione politica mediante accordo;

– cospirazione politica mediante associazione;

La denuncia è scattata a seguito delle vicende degli ultimi mesi, conseguenza della crisi economica e del diktat della Bce che hanno “suggerito” al Presidente della Repubblica la formazione di un nuovo governo, cosidetto “tecnico”, a guida di Mario Monti. Un governo non legittimato dal voto popolare. Di ciò si è molto discusso, ma nessuno finora si era spinto così in là da sporgere una denuncia formale impugnando la Costituzione e il Codice Penale.

Leggi tutto

L’impianto a carbone nel feudo dei padrini promette lavoro ma ‘danneggia l’ambiente’

Sulle macerie dell’ex Liquichimica dovrebbe nascere una centrale a carbone da 1.320 megawatt. Carbone pulito, tranquillizzano dalla Sei, la società italo-svizzera che dovrebbe realizzare l’investimento. L’opera costerà un miliardo di euro, coinvolgerà almeno 1.500 addetti per la sua costruzione, e richiederà molte consulenze. Una volta realizzato, l’impianto impiegherà 300 persone. Ma le cifre indicate dai manager svizzeri non corrispondono alle valutazioni di impatto ambientale del ministero dell’Ambiente

Nelle giornate terse, da Montebello Jonico e Saline Joniche, venti chilometri a sud di Reggio Calabria, si può ammirare l’Etna. Siamo in piena area Grecanica. Una meraviglia per gli occhi, oscurata dall’ecomostro dell’ex Liquichimica. Un monumento all’impunità frutto di un patto non scritto tra Stato e ‘Ndrangheta. Uno tra i peggiori delitti ambientali rimasto impunito. Cemento e asfalto al posto della spiaggia, ferro arrugginito e strani bidoni a contatto con il mare. Entrati nell’ex Liquichimica lo scenario è apocalittico. La costa circostante è stata divorata dagli ingenti prelievi di sabbia servita alla realizzazione del porto e delle strade interne alla strutture struttura. Le strutture ferrose divelte e la rena che chiude l’entrata del porto sono i segnali che il luogo è off limits. Una bomba ecologica nel feudo dei padrini della cosca Iamonte. Capo carismatico è il boss massone don Natale Iamonte. Padrini, un tempo pastori e macellai, che sono diventati imprenditori grazie ai soldi dello Stato. Un potere che hanno esteso a suon di denari fino a Desio, nella profonda Brianza.

Leggi tutto

La rete sotto le stelle

La rete si differenzia dagli altri media (giornali, radio e tv) proprio perché, oltre a possedere le loro caratteristiche, offre anche la possibilità a tutti gli utenti di partecipare direttamente alla formazione dei propri contenuti. Stiamo parlando, quindi, di uno strumento, Internet, che ha messo in crisi molti studiosi circa la definizione stessa della natura della comunicazione. Con il web si passa, infatti, da una diffusione dei messaggi del tipo “da uno a molti” (broadcast), ad uno scambio del tipo “da molti a molti” (netcast). In altre parole, il passaggio da un modello verticale, proprietario e gerarchico della comunicazione ad un modello orizzontale e libero.

E’ chiaro che un tipo di comunicazione come quello del web non sia sempre accolto con entusiasmo dal potere politico costituito; in primo luogo in quei paesi dove il controllo dell’informazione è uno dei fattori chiave su cui si basa un regime autoritario o totalitario. In Cina ad esempio il web è libero ma il Governo spende miliardi per vagliare i siti non graditi e stipendiare persone con l’apposito compito di controllare i contenuti che gravitano sulla rete. Gli esempi potrebbero essere molti altri: pensiamo a cosa è successo non più di un anno fa nei Paesi del Maghreb: la cosiddetta primavera araba si è basata sul web come strumento di comunicazione per far conoscere al resto del mondo quello che stava avvenendo in quei Paesi dove gli altri media erano sotto la “tutela” dello Stato.

Leggi tutto

Il governo accontenta il Pd amministrative il 6 maggio Fissata la data per comunali, provinciali e regionali. Il Popolo della libertà chiedeva più tempo, con il primo turno al 20 maggio

Alla fine, il governo l’ha data vinta il Pd che voleva votare prima. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha ufficializzato la data delle elezioni amministrative, fissando la prima tornata per il 6 maggio 2012. Proprio nel giorno “desiderato” dai demovratici, mentre il Pdl chiedeva il 20 maggio. Per evitare l’apertura degli uffici comunali nei giorni … Leggi tutto