La rete si differenzia dagli altri media (giornali, radio e tv) proprio perché, oltre a possedere le loro caratteristiche, offre anche la possibilità a tutti gli utenti di partecipare direttamente alla formazione dei propri contenuti. Stiamo parlando, quindi, di uno strumento, Internet, che ha messo in crisi molti studiosi circa la definizione stessa della natura della comunicazione. Con il web si passa, infatti, da una diffusione dei messaggi del tipo “da uno a molti” (broadcast), ad uno scambio del tipo “da molti a molti” (netcast). In altre parole, il passaggio da un modello verticale, proprietario e gerarchico della comunicazione ad un modello orizzontale e libero.
E’ chiaro che un tipo di comunicazione come quello del web non sia sempre accolto con entusiasmo dal potere politico costituito; in primo luogo in quei paesi dove il controllo dell’informazione è uno dei fattori chiave su cui si basa un regime autoritario o totalitario. In Cina ad esempio il web è libero ma il Governo spende miliardi per vagliare i siti non graditi e stipendiare persone con l’apposito compito di controllare i contenuti che gravitano sulla rete. Gli esempi potrebbero essere molti altri: pensiamo a cosa è successo non più di un anno fa nei Paesi del Maghreb: la cosiddetta primavera araba si è basata sul web come strumento di comunicazione per far conoscere al resto del mondo quello che stava avvenendo in quei Paesi dove gli altri media erano sotto la “tutela” dello Stato.
In ogni caso, se non volessimo andare a guardare casi eclatanti come quelli sopra riportati, anche nei democratici paesi occidentali e persino nella nostra Italia, l’impatto del web sulla vita politica è stato ed è sempre più importante. In Italia stiamo assistendo ad una generalizzata sfiducia non tanto nelle istituzioni quanto nella rappresentanza politica e nel sistema dei partiti. La gente è sgomenta di fronte ad una classe politica che, quando non si rivela corrotta, si ritiene portatrice di una delega in bianco o, peggio ancora, tutela solo una parte senza tenere in considerazione gli interessi e le istanze delle altre. La conseguenza principale di tutto ciò è stato l’allontanamento della gente, del popolo, dallo stato e dalla politica attiva. Ci chiediamo ora: questa lontananza può essere colmata con l’aiuto della rete che permette il contatto dei cittadini tra loro e di questi ultimi con i propri rappresentanti? La risposta non può che essere si. Grazie ai suoi innovativi strumenti di partecipazione e condivisione (wiki e soprattutto blog), infatti, il web permette l’interazione fra individui (netizen = cittadini della rete), la collaborazione nella creazione di conoscenze (wiki), la libertà di espressione e di informazione (blog) che stanno alla base della democrazia di uno Stato. Si è giunti addirittura a parlare di democrazia elettronica. Quest’ultima consiste nel fatto che Internet favorisce nuove forme di coinvolgimento nell’ambito della partecipazione politica attraverso l’interattività. Attribuisce maggiori possibilità ai cittadini di influenzare direttamente il dibattito pubblico. Tutto ciò sta lentamente ma inesorabilmente spostando l’enfasi del dibattito politico dalla rappresentanza, (cardine delle democrazie rappresentative come la nostra), alla partecipazione la cui centralità è specifica della democrazia diretta. Allo stesso modo stiamo assistendo ad una sempre maggiore attenzione alla qualità della cittadinanza (come partecipazione dei cittadini alla vita politica) a discapito della qualità della leadership (rappresentanza). In tutto questo discorso come si inserisce Il M5S e Beppe Grillo? Proprio nel fatto di aver reso coscienti tante persone che esiste un modo diverso per poter partecipare al dibattito politico ed accedere ad un’informazione indipendente. Grillo è il megafono che ha fatto sapere che esiste un modo di fare dibattito politico che non passa necessariamente attraverso le pastoie dei partiti. Il Movimento 5 Stelle è un libero movimento di cittadini che si scambiano opinioni ed idee attraverso il web. Nel c.d. “Non Statuto” del movimento si indica in maniera esplicita che Internet riveste “un ruolo centrale nella fase di adesione al MoVimento, consultazione, deliberazione, decisione ed elezione. Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi”.