Hey, tu

Considerazioni 5 stelle Pistoia

Hey, tu, uomo! Hey, tu, donna! Sapete chi siete? Sapete che siete detentori del diritto di amministrare la vostra città? Sapete che avete il diritto di decidere dove fare un giardino e dove una pista ciclabile, quanto pagare i mezzi pubblici o quanto di tasse sulla casa, quanto deve guadagnare un vostro dipendente e come spendere i soldi della comunità, che tipo di aria volete respirare e che tipo di acqua volete bere? Proprio voi, sì! Inutile che facciate finta di stupirvi! Lo dovreste sapere, almeno. Ma forse prendo per scontato troppe cose, come sempre, e perdo ghiotte occasioni per condividere ciò che merita di essere condiviso. Politica coincide con città (dal greco “polis”), che comunque la si voglia intendere e da qualunque punto di vista – laico (il nostro) o religioso – , è città dell’uomo, creata intorno all’uomo e per l’uomo. L’uomo politico è colui che s’interessa delle sorti della propria città, assumendosi la responsabilità e godendosi i frutti dell’operato del buon padre di famiglia. La persona è il centro della città, il suo stesso fine, quindi è lei la detentrice del diritto di decidere per qualcosa ch’è al suo servizio. Gerusalemme terrestre o celeste che sia, la città è la patria dell’uomo. Di tutti gli uomini, che sono politici nella misura in cui s’interessano della città, ch’è la propria casa. L’amministrazione della città non è demandata al politico di professione – che quasi per caso appartiene alla razza umana – , bensì sono i cittadini che diventano politici nel momento in cui si occupano della cosa pubblica. L’uomo ha da sempre scommesso su questo e le Leggi italiane son piuttosto giuste, perchè confermano il primato della persona come partecipante privilegiata nei processi decisionali. Ma una cosa è la legge, un’altra è la vita. Purtroppo, l’opera di distrazione di massa compiuta dai cosiddetti “poteri forti” da decenni – almeno in Occidente, ma forse anche altrove -, ha confuso le menti, le ha corrotte e rese impotenti, sterili; soprattutto, ha ammorbato talmente gli spiriti da assicurarsi una lunga vita ed una fine lenta ed estenuante, anche se certa ed inesorabile, che consumerà ancora molti fegati e molti portafogli. Ma di fine si tratta. Sta nell’ordine delle cose. Tutto scorre, tutto passa, tutto cambia. Come esistono ere geologiche, così esistono ere politiche. La fine di un’era è arrivata. E’ difficile capirlo, per chi sta vivendo il cambiamento: siamo troppo presi dall’attimo, dalla vita, dalle cose, per comprendere il presente; siamo emotivamente troppo interessati, troppo legati al qui ed ora, per poterlo razionalmente interpretare, per poterne vedere i tratti caratteristici ed individuare in cosa potrà presumibilmente trasformarsi. Ma il fondo del pantano, il suolo in fondo all’abisso, è veramente arrivato. Non rimane che darsi una spinta e risalire, ammeso di non essersi fatti troppo male e di non essersi frantumati, nella vorticosa caduta, il cervello, il cuore e lo spirito.

Giacomo Del Bino

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