Povera Italia, povero mondo.

Cosa pensare della situazione mondiale? Il mondo delle multinazionali, dell’odio, tanto odio da averci il callo, da non farci più caso, sta implodendo su se stesso a velocità impressionante. Gli schiavi si ribellano e l’economia collassa (che poi parlare di economia mi sembra fuori luogo, tanto sono ormai distanti gli interessi finanziari dal lavoro e dall’economia). Non ci sono opzioni. Quello che è successo in Irlanda (dove i cittadini hanno dimostrato che una rivoluzione pacifica è possibile), in Libia, in Egitto, o che sta accadendo in Siria, solo per citare alcuni esempi, deve indurre a riflessioni. Ma rimaniamo in Italia. Abbiamo tanto materiale. Si deve pensare che la rivolta no Tav, quelle dei forconi, dei camionisti, di insegnanti, tassisti, impiegati, e chi più ne ha più ne metta, i continui scioperi, non significhino niente? Sono fenomeni limpidi, che annunciano che dopo aver denudato il re si toglieranno i lustrini ai suoi lacchè. Ed i lacchè se ne stanno accorgendo e stanno correndo ai ripari, com’era prevedibile (e previsto, almeno da qualcuno). Al potere ci sono i soldi – che qualche volta puzzano, eccome! – i mercati finanziari, naturalmente le banche, la casta intoccabile dei partiti – schiavi anche loro delle banche e del malaffare – che hanno ridotto la bella democrazia ad un fantoccio inutile, un’ombra sbiadita, la politica ad una farsa, una squallida pantomima in cui la realtà supera la fantasia. Il mercato e con esso gli interessi gretti e particolari hanno relegato l’uomo, il suo benessere e il bene comune in fondo ai pensieri di molti. Anzi, forse nemmeno di molti, ma di coloro che hanno il potere di indirizzare sguardi, cammini e cervelli degli altri, quelli che si fanno incastrare – appunto i moderni schiavi. Così i soldi vengono prima di tutto, anche prima dell’amore. E fino a quando i nuovi ricchi dell’Occidente se la godevano, poteva andar pure bene un compromesso col resto del mondo e con la propria coscienza. Ma adesso che gli schiavi si ritrovano con il cerino in mano, dopo essere stati illusi e vezzeggiati per anni e infine privati di quei beni materiali il cui mito aveva comportato la dissoluzione dello spirito, adesso essi cominciano a fiutare l’inganno. Stanno decidendo che è ora di smettere di patire. E’ ora di tornare a star bene con se stessi e con gli altri, di recuperare il tempo perduto a rincorrere un nulla inarrivabile. E’ ora di ritrovare il senso della vita e di godere del sole e della pioggia, di ritrovare l’ormai smarrito – nonchè cristiano (il M5S è un movimento di cittadini, convintamente laico, ma i valori del cristianesimo vanno ben oltre i precetti della Chiesa Cattolica) – senso della comunità, dell’equità sociale, della fratellanza. E’ ora di tornare ad amare ed essere amati. Padre Massimiliano Kolbe diceva: “solo l’amore crea”. Come dargli torto?
Adesso che il processo si è innescato, è irreversibile, nessuno lo fermerà. Questo è certo. Come l’opulenza da parassita degli ultimi padroni di Roma anticipò e propiziò la rovina di un impero, così la vergognosa ignominia dei nostri dipendenti che fanno finta di governarci e le disgustose pratiche alle quali sono avvezzi li sta conducendo dritti alla tomba (politica). Colpiti a morte, i nostri dipendenti-padroni come bestie sanguinanti stanno fendendo senza scrupoli gli ultimi colpi di coda, quelli più violenti ed immorali. C’è da aspettarsi di tutto. Non hanno niente da perdere. Vnoi sì. Cambiano faccia, i nostri dipendenti, per non farsi riconoscere. Ma sono sempre loro. Stanno unendo le loro forze come piccoli parassiti che si difendono dall’igiene, dalla purificazione che sta investendoli. Si prendono per mano, per non essere spazzati via. Tutti insieme appassionatamente, per prendere ancora per i fondelli gli italiani e far rimanere gattopardescamente tutto com’è. Ma il trucco è scoperto, ormai. Non servirà loro, questa tattica. Saranno solo seppelliti nella stessa ala del cimitero. Discutono di tagliarsi lo stipendio e non lo fanno, di cambiare la costituzione (cosa che faranno, se mai, a pro loro), di eliminare o diminuire il contributo ai partiti… Tutte balle. Quello che faranno veramente, se non glielo impediremo, sarà lo sbarramento all’8% per cento, bramato da PD e PDL insieme. Faranno in modo che milioni di cittadini non siano rappresentati. Questo dimostra – se ce ne fosse ancora bisogno – che hanno paura del M5S e delle forze democratiche che si oppongono a questa dittatura di destristra (destra e sinistra per noi pari sono). Come dice Grillo: “ci rivedremo in parlamento. Se non faranno un legge per impedirlo”. Anche stavolta pare ci veda bene. Ed ancora, con quale faccia il nostro Presidente del Consiglio dichiara che il posto fisso è monotono? Con quale faccia ministri, deputati e senatori da mesi parlano e sparlano dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, affermando nello stesso momento tutto ed il contrario di tutto (non si tocca, non è un tabù, si deve discutere, forse sì, magari no, è presto, è tardi, vedremo…). Poi abbiamo le liberalizzazioni, con le quali tutti si sciacquano la bocca. Ma a cosa servono? A chi servono? Per fare un esempio: come è possibile che, in una fase di recessione economica, far vendere medicine a dieci esercizi invece che a cinque faccia sì che i prezzi diminuiscano? La libera concorrenza non porta in realtà ad una diminuzione dei prezzi in un mercato in espansione, dove la maggiore offerta segue l’incremento in atto, o anticipa quello in potenza, della domanda; a maggior ragione, in un momento in cui i cittadini spendono solo alla bisogna, non è corretto ipotizzare l’incremento dei consumi a seguito dell’incremento dell’offerta. Con quale logica s’ipotizza allora la diminuzione dei prezzi quando aumenta il numero di bocche da sfamare (cioè più aziende che offrono lo stesso servizio) da parte degli stessi consumatori che avranno le stesse possibilità? Siamo all’assurdo, un assurdo offensivo e tendenzioso. Inoltre, anche se le liberalizzazioni portassero veramente un incremento dei consumi, è questo un giusto obiettivo? E’ giusto incrementare i consumi in genere? E di medicine, per rimanere all’esempio? Perchè? A chi serve? Forse alle multinazionali? Ed in base a quali postulati viene ipotizzato tale incremento? Si pensa che saremo tutti più malati? Un punto di partenza rincuorante. E ancora, è giusto privilegiare i mezzi privati (taxi) ai danni di quelli pubblici? Lo stesso discorso vale per l’apertura degli esercizi commerciali ventiquattr’ore su ventiquattro. A cosa servirà, se non a rendere ancor più schiavi i dipendenti? Chi non ha soldi il martedi non li ha neppure la domenica. Allora, non rimane che pensare che tutti questi annunci di cambiamenti abbiano solo la funzione di stornare la Vnostra attenzione, per buttare ancora fumo negli occhi, per metterci gli uni contro gli altri, come sempre. Ma non dobbiamo cadere ancora una volta nella trappola. Urge una nuova moralità, una nuova visione del futuro, se si vuole salvare non solo Pistoia, ma l’Italia ed oltre. Il tempo dei partiti, dei furbi al potere, del marcio che più marcio non si può è finito. Forse qualcuno dalla vista corta non se ne è ancora accorto, ma è così. In qualche modo, i Maya c’avevano azzeccato. La forza della verità che divampa incontenibile dal web – perchè di verità si tratta, quando si parla di cose serie – smaschera sempre tutto e comunque. Non a caso è continuo il tentativo da destra come da sinistra come dal centro come dal sotto e come dal sopra di abbuiare la rete. Ma questo non può accadere. E’ troppo tardi per loro. In quanto a Vnoi, possiamo contare adesso e dovremo contare un giorno. Tanto vale iniziare da subito. C’è solo un dilemma: come avverrà l’ormai certa e prossima rivoluzione? Con o senza sangue? Il tempo della diplomazia, delle scelte pacifiche e condivise, che Vnoi vogliamo e cerchiamo con forza e convinzione, purtroppo sta scadendo. Vnoi aborriamo ogni forma di violenza, fisica o morale, per questo dobbiamo agire adesso, per salvare il salvabile. Adesso, Vnoi, con la penna, prima che qualcun’altro lo faccia con i fucili.